Rivista La città dei lettori

Le parole di una ricetta

By 3 Febbraio 2022 No Comments

Le parole di una ricetta

Niccolò Protti

Misuro a spanne la lunghezza degli scaffali: sei ripiani di tre metri ciascuno. Questo è lo spazio che la libreria riserva alla sezione “cucina”: diciotto metri di diete, alimentazione, ricettari, Anthony Bourdain (addio, grazie, ci manchi moltissimo) e Michael Pollan, drink e mixology, Slow Food, influencer, gastrostar. 

 

Al termine della misurazione della mensola che prendo in esame – la terza dall’alto, quella più comoda per le mie braccia mence ormai incapaci di un’alzata frontale quantomeno decente – i miei occhi si soffermano su una copertina che già conosco e che ho già odiato, quella del Pedante in cucina di Julian Barnes.

 

Momento autoanalisi: a modo mio – non come intende Barnes, che è triste e frustrato – sono un rompipalle, un puntiglioso, un vergine ascendente vergine con tutte le conseguenze della congiunzione astrale. Più invecchio e più me ne rendo conto: me ne accorgo anche adesso, mentre realizzo di essere nell’atto della misurazione della lunghezza delle mensole – perchè lo sto facendo? che me ne frega? che problema ho? – oppure ancora quando cerco di capire il criterio con cui sono disposti i libri della sezione “cucina” della libreria. Ma vabbè.

 

Fatto sta che di fianco a Barnes c’è un libro abbastanza corposo che mi attira per il suo colore tenue. L’argomento di cui tratta è la pizza, sennò probabilmente non si sarebbe intitolato Alla scoperta della pizza perfetta. Un viaggio sentimentale. Lo prendo tra le mani e lo sfoglio: sono oltre trecento pagine di ragionamenti sulla pizza, senza un’immagine che non sia quella di copertina. In esergo, una citazione. Mi cade l’occhio sulla firma: è di Julian Barnes. A questo punto penso che potrei posarlo questo “viaggio sentimentale”, potrei infuriarmi rivangando il passato e farmi scivolare il libro di mano. Ma non lo faccio. Sono curioso e decido di leggere il testo della citazione: “Perchè la parola di una ricetta dovrebbe essere meno importante della parola di un romanzo?”.

 

Spinto dalla voglia di sapere come sono state spese tutte queste parole sulla pizza decido di portarmi a casa il libro che qualche giorno dopo è già nella mia pila delle letture terminate.

 

Momento autoanalisi numero due: quando voglio scrivere qualcosa (credo) di intelligente su un determinato argomento ho bisogno di tempo. Devo metabolizzare la lettura, discernere, ramificare gli input. Sono irrimediabilmente lento. (Presa di coscienza riuscita.)

 

Ma in questo caso non c’è molto da aspettare. Perchè nella complessità e nella molteplicità di implicazioni che Dario De Marco fa ruotare attorno alla ricerca della pizza perfetta – che non sono poche: origini, varianti regionali e di altri Paesi, digressioni sul mondo gourmet, aneddoti personali e tanto, tanto altro – c’è quello di cui necessita la narrazione gastronomica dei nostri giorni, ovvero le parole giuste. Non è e non può essere solo questione di ricette for dummies FACILI VELOCI E GOLOSE ©, di recensioni oggettive, di pura tecnica. Mi vengono in mente le parole dell’ispettore Gordon al termine del Cavaliere oscuro di Nolan: «Batman è l’eroe che Gotham merita, ma non quello di cui ha bisogno adesso». Ecco, noi invece abbiamo bisogno di più Dario De Marco all’interno della comunicazione gastronomica, perché in lui convivono sia le abilità tecniche da addetto al settore, sia notevoli capacità di scrittura e competenze per riuscire a creare ampi collegamenti con la cultura in generale. 

 

Ora però non ricordo quando è stata l’ultima volta in cui ho mangiato una pizza. E non intendo una pizzetta al volo di notte, di quelle facili. No: parlo di una pizza tonda tutta per me, seduto a tavola scomposto, con una birra – ma facciamo anche due – ad accompagnare. Potrei andare anche adesso, l’orario è quello giusto. Saliva fluida, papille gustative in fermento. È ufficiale: vado.

Niccolò Protti

Diplomato cuoco, laureato in Letterature Comparate con una tesi su Agota Kristof. Si interessa di cucina come medium culturale. Scrive per «Lungarno» e «Nido Magazine». Per «Droga» cura la rubrica Mio nonno fa l’orto.

Lettura consigliata
Alla ricerca della pizza perfetta
Dario De Marco
"Alla ricerca della pizza perfetta" è un racconto dentro il «mondo della pizza» che diventa viaggio, esplorazione di città, di una nazione, di un cibo che è un simbolo amatissimo. Non una guida nel senso tradizionale del termine – anche se diversi suggerimenti sulle migliori pizzerie di Napoli e d’Italia ci sono, così come troverete alcuni dei pizzaioli più famosi nel campo della tradizione e dell’innovazione –, ma piuttosto una ricerca che avviene su due livelli. A quello privato, intimo, si congiunge infatti quello collettivo, che affonda le radici nelle origini di questo piatto e nella sua storia, dalle pizze vendute per i vicoli di Napoli nell’Ottocento alle modernissime e acclamate pizze a degustazione. Il tutto scandito attraverso i quattro elementi cardine alla base dell’impasto – acqua, sale, lievito e farina –, e condito con qualche golosa ricetta, saporiti aneddoti, falsi miti da sfatare, decine di pizze e focacce e tradizioni su e giù per il nostro paese e per il mondo. Insomma Dario De Marco ci offre un’autobiografia gastronomica scritta dietro e davanti al bancone del pizzaiolo, un itinerario personale alla ricerca della pizza perfetta. Ma alla fine di questo lungo viaggio la pizza perfetta qual è? O meglio, esiste? Per saperlo l’unica cosa da fare è leggere.